12 agosto PUGLIA
COSIMO CINIERI
in
VERSI DIVINI
vino
voce canto e fisarmonica
MARCELLO FIORINI fisarmonica
CAROLINA GENTILE canto
drammaturgia e regia
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
(Lirici
Greci, Marziale, W.Shakespeare, Canto goliardico, A.Cechov, C.Baudelaire,
M.Proust, W.B.Yeats, G.D’Annunzio, V.Cardarelli, F.Depero, J.L.Borges,
P.Neruda, C.Pavese, J.Prevert, M.Soldati, J.Harris, Trilussa, G.Belli,
A.Mastrogiacomo, E.De Filippo, Li Po, Sou Che, V.Metz, A.Merini.)
“Nella cella del vino mi
introdusse”, così celebra
il Cantico dei Cantici.
Non c’è alimento più antico,
tranne il miele.
Nella tradizione biblica il
nettare prelibato è legato alla gioia. Per tutti i popoli, il vino è il tramite
per comunicare con il divino nei riti iniziatici. Noè,
il solo uomo giusto agli occhi di Dio e degno di essere salvato dal diluvio,
sceso dall’arca, per prima cosa ringrazia il Signore, poi pianta una vite da
cui ottiene del vino con cui si ubriaca. Per gli Ebrei il vino simboleggia
l’aspetto piacevole dell’esistenza, l’amicizia, l’amore, l’esultanza, e viene
utilizzato anche per designare la gioia celeste. La coppa di vino utilizzata
nel rito pasquale rappresenta la nuova alleanza tra l’uomo e Dio.
Nonostante tutte le religioni
gli abbiano attribuito un valore sacro, il vino, così intimamente legato ai
culti pagani, è stato in alcuni casi proibito. Per Israele, essendo portatore
di ebbrezza, il vino è anche il simbolo dello smarrimento che Dio manda agli
uomini e alle nazioni infedeli e ribelli, per punirli. Talvolta rappresenta la
collera di Dio. Era proibito anche agli dei infernali, perchè gioiosa bevanda
dei vivi; e così a Mnemosine e alle Muse perchè turba la memoria. Per i cristiani non abbiamo un esplicito divieto, anzi, svolge
un’importanza decisiva nel rito dell’Eucaristia. Il vino è il Sangue del Cristo. Ma è vietato
eccedere, la strada da seguire per l’accesso al regno dei cieli è la
moderazione.
Ma proprio in virtù
dell’ebbrezza che provoca, in alcune tradizioni semitiche –ma non solo- il vino
è anche simbolo di conoscenza. E nel sufismo rappresenta altresì l’amore e il
desiderio ardente.
Per i mistici musulmani è la “bevanda dell’amore divino”.
Nell’antica Grecia sostituiva il
sangue di Dioniso ed era considerato la bevanda dell’immortalità. Lo stesso
ruolo aveva nel taoismo in complicati rituali. In Cina il vino di riso,
mescolato al sangue durante il giuramento e assunto come bevanda dalla
comunità, permette di raggiungere “l’età
di novantanove anni”. E quindi era per colore e carattere, bevanda di vita
e di immortalità. Presso le sette sciite dell’Anatolia, il raki, bevanda
alcolica sacra, è chiamato latte di leone, e il leone, per gli Sciti, è un
epifania del Dio.
Nelle diverse culture e civiltà,
il VINO, come abbiamo visto in questa sintetica carellata, non solo è stato
considerato una bevanda ma ha acquistato un forte valore simbolico. Diffuso in
ogni angolo del mondo, può diventare strumento utile ed efficace per
approfondire il rapporto tra le culture locali e la globalizzazione, favorendo
un dialogo interculturale.
VERSI DIVINI è una sarabanda di suoni, tra voce e
musica, come una leggera alterazione della coscienza, al seguito della
“bellezza” dei versi dei poeti. L’allegria e lo struggimento della fisarmonica
s’insinuano tra chi ascolta, trasportando le parole e suscitando sensazioni che
al tempo stesso divertono e commuovono e un pò… ubriacano. Come il vino. Come
la vita.