LEGGO LE MIE POESIE CONTENUTE NELL'ANTOLOGIA
TRA CUI
Non voglio esser Casa per nessuno.
Voglio prati
prati dove Grillo correre e saltare
e cime di montagna
da raggiungere all'imbrunire
quando Aquila m'acquieto
al fuoco dell'ospite cortese e sconosciuto.
Dormire nel deserto
col batticuore
per desiderio d'amore
che m'accarezzi.
Senza proemio
Sorpresa da un fortunale primaverile
Eros pro tèmpore
Propone subitamente
Le quattro tèmpora moltiplicate per cento...
Dalla Terra del Padre
Col Tempio in una valigia rossa
Erbe semi acciaio e in un sussurro: tempra l'anima.
Dal loggione scesi piano in proscenio
Mi asciugai gli occhi
E tra le sue pietre di guarigione scelsi la corniola
Quella che Eros portava allegramente al collo.
L'Araba fenice
ah, per non morire davvero, per mai morire
quante volte ci tocca intonare il peana, il canto funebre
e strillare per la prima sorsata d'ossigeno
ogni giorno
da tempo immemorabile
e per un tempo immemorabile
e mai rispuntare dallo stesso buco
e mai bagnarsi nella stessa acqua
ogni giorno
e per l'eternità
finché nuovamente la dolcezza dell'estasi
ci chiama giù
negli abissi
dove il corallo è più rosso
Elementi
Caro amico del cuore nei giorni radiosi
e amante nelle calde notti
che nostalgia di quel tempo
quando bastava il fruscio della mia gonna.
Non c'era voglia di terra da conquistare
bastava l'ombra di un fico
una grande luna sul lago
e posate di semplice metallo
per la tavola ogni giorno più ricca
di nuovi sapori che la tua sapienza sapeva suggerire.
Ora brucia inquieta e lontana la tua anima
mentre qui da me il camino è spento.