MAXXI 17 SETTEMBRE 2014 H 21
COSIMO CINIERI
ODISSEA MEDITERRANEA
rapsodia in 10 movimenti
drammaturgia e regia
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
Dopo lo straordinario successo del 23 luglio con Ode marittima di Pessoa, prosegue al MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI
secolo) la manifestazione LE ROSE DEL
PARNASO-kermesse poetica delle arti contemporanee di Irma Immacolata Palazzo da un’idea di Cosimo Cinieri, nell’ambito di PLAY with YAP,
il programma di eventi estivi organizzato in occasione di YAP MAXXI 2014 (Young Architects Program). Il progetto coinvolge tutte le Arti: teatro,
musica, danza, canto, audiovideo, pittura, fotografia. L’obiettivo principe
della manifestazione è quello di declinare nelle sue varie forme la Poesia, con
l’intento di abbattere ogni confine tra poesia alta e poesia popolare,
ricordando che tra le due c’è stato un continuo interagire, fin dai tempi di
Dante.
Il 17 settembre è
dedicato al Mediterraneo. Dalle 17 alle 20, al MAXXI 21, Conferenza-dibattito sul tema Mediterraneo
a cura di Gëzim Hajdari con i poeti Alexandra Petrova, Anna
Belozorovitch, Mia Lecomte, Latif Al Saadi, Helene Paraskeva, Sarah Zuhra
Lukanic, Livia Bazu. Alle 21 Cosimo Cinieri in ODISSEA MEDITERRANEA-rapsodia
in 10 movimenti, viaggio raccontato con i versi dei più grandi poeti delle 21 nazioni che
abbracciano il Mare Nostrum, centro del mondo fino al 1492 con la scoperta
delle Americhe. Dai confini naturali e non statali –arriva fin dove cresce
l’ulivo, fin dove arriva il profumo del fico-. Plurimo: tre continenti vi si
affacciano: Europa, Asia e Africa. Qui sono nate le tre grandi religioni
monoteiste. Policulturale per eccellenza. Il Mediterraneo è mille cose insieme.
I suoi paesi in comune hanno forse il battito del cuore del mare, la sua
musica. I temi narrati nello spettacolo vanno dalla paura del mare alla
seduzione d’amore, dal pensiero meridiano all’esilio. Navigheremo con l’Ulisse
dantesco, visiteremo mitiche città. Isole. Rivivremo l’odissea infernale dei
migranti e infine metteremo in atto la grande utopia: sognare un futuro
meticcio ballando la pizzica, sound di tutto il mondo Mediterraneo. Con Maurizio
Trippitelli (vibrafono e percussioni), Fabio
Giovannoli (percussioni), Sasà Mendoza (fisarmonica e tastiere
elettroniche), Clara Galante (canto) e Salua (danza del ventre,
della spada, ali di Iside). Musiche originali: Maurizio Trippitelli. Drammaturgia e regia di Irma Immacolata
Palazzo.
Infine, il 27 settembre, l’approdo alla ‘spiaggia’.
Dalle
17 alle 20 VIVA, Una rivista in carne e ossa-Numero speciale incontra il
pubblico sul tema Tra poesia colta e poesia popolare: lingua, dialetto,
canzone, readings, video, internet, interventi, performance, dibattiti- Con:
Daniela Attanasio, Daniele Bollea, Carlo Bordini, Silvia Bre, Nicola Bultrini,
Maria Grazia Calandrone, Daniele Campanari, Andrea Caterini, Alessandro De
Santis, Dolce e D’Orazio, Francesco Dalessandro, Claudio Damiani, Simone Di
Biasio, Angelo Gallo, Valerio Grutt, Serena Maffia, Vincenzo Mascolo,
Alessandra Mattei, Daniele Mencarelli, Renzo Paris, Elio Pecora, Plinio
Perilli, Vanni Pierini, Poeti der Trullo, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino,
Ornella Spagnulo. Redazione: Nicola Bultrini, Claudio Damiani, Giuseppe Salvatori.
H.20,45
Roma Rimanerai Eterna Dentro Me slideshow
con le immagini di cinquanta tra autori e fotografi di strada sui luoghi della
poesia (la poesia nei luoghi) a cura di Nole
Biz.
H.21
PRIMA NAZIONALE: CANZONE da Petrarca al rap di Palazzo-Panella. Con Cosimo
Cinieri, Pasquale Panella, Andrea Bianchi, pianoforte e arrangiamenti, Gianni De Feo e gli Allievi
della Scuola di Teatro FONDAMENTA di Giancarlo Sammartano. E con la partecipazione
straordinaria di LaDyvina, Burlesquer. Guest star: Loop Loona,
Rapper.
(un dopospettacolo) Cinieri
e Panella — coppia d’artisti di Varietà (le cose varie e tante del mondo) — si
ritrovano dopo lo spettacolo in un locale da ballo, canto e nudità. Dopo quale
spettacolo? Qualsiasi spettacolo, proprio e altrui, in scena e fuori scena.
Dopo lo spettacolo, perché ogni spettacolo è finito. Ogni spettacolo,
decomposto, marcisce in parodia, in presunzione di satira, in videoepidemia, in
ansia di istallazione. Finito lo spettacolo, i due finiscono in Canzone.
Finiscono in una intuizione: che la Canzone sia quel che ci resta delle
avanguardie. Ma bisogna saperlo (chi non lo sa fa il concertino, galleggia,
promuove la propria bocciatura, abusa di canzone ossia di genere minore, svolge
il tema, fa le rime e gli appiccicaticci giochetti di parole).
Come se l’uno all’altro
avesse chiesto “Cosa bevi?”, all’uno e all’altro viene distrattamente in mente
che hanno già bevuto, ne hanno bevute di cose, fatti, persone, personaggi,
parole. Hanno bevuto abbastanza, al punto che anche un bicchiere d’acqua li
ubriacherebbe, anche la limpidezza li ubriacherebbe. La limpidezza, ossia la
trasparenza delle parole, per le quali il significato è opacità, un torbido
precipitato. “Il torbido precipitato”, bel titolo di un prossimo spettacolo. Lo
rappresenterebbero ma dovrebbero scriverlo ossia dovrebbero fare i furbi. Non
vogliono fare i furbi ma gli incantati. Li incanta l’intuizione: la Canzone è
quel che ci resta… E fanno i versi, i suoni delle parole, tentano il canto
ovvero qualcosa di distratto dallo spettacolo, la Canzone… e la Canzone, per
chi non lo sapesse, è distrazione dal mondo come utilità, come opportunismo. È
sfioramento di demenza… Canzone, come incremento, è incremento del
disinteresse… Come usufrutto è ritornare al fiore, ossia alla forma più stupida
di bellezza, finalmente involontaria, dolorosamente pervertita in frutto,
mentre il fiore dice: io non volevo, non avrei voluto…
Insomma, i due la buttano in
Canzone, nella quale buttar versi, versi noti e versi quasi d'animali, ossia di
mammiferi vertebrati quali essi sono, rivolti a una platea di volpine, lupetti,
orsetti, balenottere, cagnolini, micine eccetera... versi come un motivetto che
distrae le parole dal loro oppressivo significato, inducendole anche a qualche
spensierato, perché insignificante, tradimento.
Ecco, i due non hanno un
motivo, hanno un motivetto, come dire un fiumiciattolo di parole sulle quali
scivolare. E hanno l’espirazione. Infatti non leggono poesie, le espirano e,
tagliando l'acqua, la fanno, la poesia, come bollicine, spume, cerchi
concentrici, onde languide, spruzzi dai quali si fanno bagnare. E chiedono
acqua, acqua, altra acqua, noi siamo la barchetta che canta. E non scriviamo
nemmeno il comunicato stampa.
(non firmato) da
Pasquale Panella, aggiunge Irma: Serata
sfrangiata, magmatica. Protagonista il ritmo: onomatopee, balbettii,
neologismi, pura fonicità. Magia verbale: poeti giocosi, giocolieri: Lorca,
Swift, Ginsberg, Rimbaud, Eliot, Palazzeschi e tanti altri. Non si vuole
‘mettere in scena’ la poesia, bensì il pericolo, il gioco di equilibrio sulle
parole, il ritmo. Ecco la sfida, e la parola diventa corpo su cui tentare
un’armonia altra. La voce dell’attore non è mezzo di comunicazione, ma
strumento emozionale. Spaziando tra i toni, le velocità, i rallentamenti, le
pause, lo ‘scavamento’ di ogni parola, gli scatti repentini, le profondità o le
vorticose altezze di tono, l’attore diventa il detonatore emozionale di ogni
spettatore. Mette in moto le emozioni individuali di chi l’ascolta e lo vede,
scava, nel profondo di ognuno, sentimenti nascosti ma latenti, radicati ma raramente
espressi. Pasquale, una sorta Ermes, un demiurgo tra il mondo sensibile e
quello dell’anima, ci guiderà con ironia e allegra baldanza nei passaggi tra
una canzone e un madrigale, un limerik e un rap. Regia: Irma Immacolata
Palazzo Scene: Fabiana Di Marco, costumi: Gian Maria Sposito,
foto di scena: Daniele Lanci, riprese: Scenario Studios.
Il progetto LE ROSE
DEL PARNASO è prodotto dall’Associazione Culturale Vagabonda Blu e sostenuto dalla Fondazione MAXXI, dalla Regione Lazio, dalla Fondazione Roma Arte-Musei e dall’Istituto per il Credito Sportivo.
Gli spettacoli e le conferenze sono a ingresso libero fino
a esaurimento posti.
Promozione e
segreteria organizzativa: Inventa Eventi
Ufficio
Promozione Pubblico: Alt Academy
in
collaborazione con Letizia D’Amato Studio di Comunicazione
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